Nuove gabelle a Nottingham

Nel continuo affacciarsi di proposte e di immagini che caratterizza l'attuale periodo dell'arte italiana, che fortunatamente dimostra la sua vitalità non soltanto nei grandi centri ma anche nella nobile provincia, mi sembra di dover segnalare l'opera di Silvio Natali, un pittore che ha svolto con responsabilità e successo la professione di medico. Nella nostra società un medico che dipinge è considerato genericamente un dilettante. Non è questo il caso del Natali che da vent'anni si presenta sulla scena dell'arte con personalità evidente, con tutti gli attributi di una fantasia che si realizza con una pittura di studiata originalità. Qual è l'originalità del Natali? Quella di ridurre in composizioni di respiro gli incontri tra le suggestioni del reale e gli spazi di una fantasia che vibra a mezzo di tasselli colorati riportandoci a un'idea generale, certo non comune. Ci vuole molta fantasia ad esempio per figurare in una vasta tela l'idea storica del 14 luglio 1789, il giorno fatidico dello scoppio della Rivoluzione Francese. Da una rocca turrita e sorda sfociano grandi masse, chiare come la speranza e si fermano davanti a una barriera di uomini scuri, ancora tutti da conquistare. Era difficile uscire dall'idea ottocentesca della "rivoluzione", alla Delacroix. Natali l'ha fatto e ci ha dato un'immagine nuova, con grande merito. Ma Natali vola con la fantasia. Un'altra volta il pullulare delle masse bianche si affolla contro un suggestivo Cavallo di Troia e Natali annota: Anch'io fui là, in un sogno ideale. Questa tecnica di incastri pittorici che sarebbero adatti a mosaico, si ripete anche in opere meno impegnative e costruisce uno stile originale di accordo tra figurazione e astrazione, ma sempre motivato da un'idea. Un uomo intelligente e pensante, che ha fatto il medico per tutta la vita, scopre a un certo punto che ha lasciato la poesia nel cassetto. La poesia sono i sogni giovanili, quando le tigri della Malesia dei romanzi di Salgari sembravano vere, quando seguire un cacciatore pareva una avventura straordinaria. Se poi per tutta la vita si è coltivato quello squisito strumento di poesia che à la pittura, perché non dispiegarla recuperando quegli ideali sognati nell'età pura quando il mondo appariva ancora un incanto? Ecco che allora non puoi metterti a dipingere le case della tua città come le vedono tutti, la tua campagna come à sempre stata, le figure intorno a te nella norma figurativa. Hai bisogno di evadere, di conquistarti spazi ignoti come un imperatore che tende alla conquista di nuove terre a lui sconosciute, anche se studiate sulla carta geografica. Con la pacifica arma della pittura Natali conquista il suo mondo esotico. Chi può dire che l'ammasso di case diversamente illuminate (vedi Ogni tanto una nube) siano quelle della sua Corridonia oppure di una città mediterranea o di un paese orientale? Si lascia libero campo alla fantasia di ognuno di noi seguendo quella del pittore. Sì, nella pittura di Natali c'è un libero corso alla poetica della fantasia. Ma come collocare questo pittore, oggi che è d'uso schedare gli artisti come nei registri di una biblioteca? E questa abitudine si fa sempre più forte via via che più si soffre del gran vuoto ideologico che ci preme attorno. Silvio Natali mi interessa proprio perché sfugge a questo vuoto ideologico sulle ali della fantasia pittorica. In un panorama artistico dove i figurativi si sforzano di deformare la visione per manifestare il loro scontento e tanti altri all'opposto si affannano a svirgolare il seguito della pop-art americana, io credo che sia da segnalare la salutare presenza di un pittore come Silvio Natali che si è creato una sua singolare autonomia, rifiutando di assieparsi alle mode correnti. Nell'epoca della Controriforma, quando imperava il conformismo pietistico, gli artisti "barocchi" manifestarono la loro libertà (il più grande fu il Bernini) sviluppando la loro fantasia oltre le forme del reale corrente. Nel secolo scorso il conformismo dominante è stato aggredito da un realismo a sfondo sociale. Nel vuoto ideologico che è seguito al grande dibattito sui sistemi di condurre la storia, l'aggressività realistica appare a molti caduta e si accoglie con piacere un artista che ha tirato fuori dal suo scrigno i tepori di una fantasia che con i mezzi della pittura ci può indurre al sogno. Questa è l'identità di Silvio Natali, un pittore italiano.

Raffaele De Grada