C on diversi mosaici di volontà, attitudini, tematiche, strutture, intimizzazioni, sensazioni, stati, prove,
individualità, forme, colori e composizioni l'opera di Silvio Natali si basa su aspetti del conscio e del subconscio
dell'uomo e non solo dell'uomo ma anche delle cose che questo ha creato, della natura e del cosmo.
L'essere umano nei momenti delle sue grandi conquiste ma anche nelle conquiste di tutti i giorni, quasi abituali.
L'essere umano come garante di un'individualità e che anche se oggi è sommerso all'interno della collettività continua
ad essere un individuo con un pensiero indipendente.
Le cose create, risultato di una produzione industriale e tecnologica, richiedono chiarezza nella necessità di essere
coscienti tra quello che è stato prodotto e quello che è stato consumato. Una relazione che oggi si divide tra numeri,
produzione...
Le cose, risultato della somma degli elementi ascritti alla realtà di un epoca precisa come quella odierna sopracitata,
a volte sono il risultato della somma di oggetti coordinati in una stessa opera in cui il fattore principale è la
sensazione di un contenitore contenuto in un altro contenitore fino a formare un sistema simile a quello delle matrioske.
La natura è anche questa un contenitore, un insieme di contenitori. Un conglomerato di situazioni paesaggistiche,
vegetazione, spazi, varie classi di cieli, nubi, forme, elementi.
Il cosmo, la cui grandezza è una parte di un contenitore che ne ingloba altri. Nelle opere del Natali tutto si spiega
attraverso la necessità di stabilire dei parametri di esistenza, molte volte ai margini dello spazio-tempo come una
mancanza. In altre occasioni, invece, è un prodotto della coscienza del momento, della necessità di essere individuo-massa,
vegetazione-collettivo della natura, cosmo-congiunto di mondi...
Tutto ciò che esiste fa parte di un tutto e come parte di un tutto ha vita propria ed è in grado di interagire. Ecco
perché l'opera dell'artista è come un grande mosaico di città, paesi, persone, oggetti, vegetazione, natura, paesaggi,
forme, composizioni, organismi, epoche, volontà e atteggiamenti.
Un mosaico che modella la forma di modi d'essere, vite, paesaggi storici, comportamenti sociali, personali ed estetici,
oltre che psicologici e di vita. Personaggi senza volto che seguono atteggiamenti determinati, perché tutto fa parte di
un grande organismo, che a sua volta ne contiene altri che si istallano in uno scacchiere dove i pezzi hanno posti e
posizioni precisi che sembrano impossibili da cambiare. Ma il semplice fatto che esista uno spettatore, in questo caso il
pittore, è già un indizio che tutto possa cambiare, che non ci sia nulla di irreparabile e che tutto si possa trasformare.
Il pittore italiano ci vuole far capire il bisogno della ricerca di punti di vista diversi e di diverse analisi, per poter
cambiare il corso della storia e agire di conseguenza abbandonando posizioni pessimiste.
La vita è lunga, meno lunga, estesa, ampia, felice, infelice, pessimista, ottimista, positiva, negativa, illuminata,
materialista, corta ma pur sempre vita. E come questa vita, come organismo autonomo e a volte integrato e in interazione con
altri organismi produce una grande soddisfazione negli umani: la soddisfazione di essere liberi nonostante il fatto di
essere controllati, a volte, come una massa enorme e inerte che all'improvviso è in grado di cambiare il corso del suo
destino grazie all'intuizione di alcuni che si convertono in spettatori riflettendo.
Non c'è praticamente coincidenza e improvvisazione e anche ciò che non è mediato ha una propria volontà e una propria ragion
d’essere nell'ingranaggio dell'istante e anche della storia, lui stesso al margine dello spazio-tempo, o considerando il
tempo come discorso e azione a sé.
Silvio Natali, che oltre ad essere un pittore, è anche un medico e chirurgo, possiede un atteggiamento che definisce la
visione di una realtà che può essere frammentata e in altre occasioni nella sua interezza, la cui composizione ricorda
stili geometrici. Se ben strutturata invece come il grande mosaico dell'esistenza è capace di elevare ed elevarci ai
margini di una profonda saggezza perché abbiamo finalmente capito che siamo unici ed irripetibili, nonostante il ripetersi
nel mondo odierno di atti tutti uguali.
Joan Lluís Montané
dell’Associazione Internazionale dei Critici d’Arte (AICA)